La troppa sicurezza nell'affermare "Io so come difendermi", spesso è il risultato di anni di studio di arti marziali o altre tecniche.Ma questo purtroppo nella maggior parte dei casi, può non bastare.
Non è sufficiente allenarsi in palestra per anni, sviluppare muscolatura e misurarsi con i compagni di palestra, e nemmeno essere sempre accompagnati da una arma od un oggetto di difesa più o meno legale.
Quando si affronta nella realtà, un vero picchiatore da strada o un bandito armato, o anche semplicemente un malintenzionato occasionale, lo scenario che avevamo immaginato e per il quale eravamo convinti di essere preparati, è totalmente differente, e così non avendo l'istruttore al fianco a darci consigli, ci si rende conto di essere veramente soli davanti al pericolo vero.
Nella maggior parte dei casi è l'effetto sorpresa a farla da padrone, o la mancanza di preparazione nel riconoscere l'escalation durante un rituale d'attacco praticato dal malintenzionato di turno.
Chi pratica arti marziali in genere, impara nel tempo una ritualità di rispetto dovuta all'avversario, maestro o partner, spesso tradotta in un inchino o altre gestualità classiche, e questa ritualità da l'accesso in un ambito dove si è costretti (ed in fondo anche contenti) a rispettare delle regole. Quelle regole e "tutto quel tempo" nella strada non esistono.
Nella strada l'attacco il più delle volte è subdolo e repentino ed è quindi importante saper leggere il linguaggio del corpo del nostro aggressore, ma questo deve essere fatto più che velocemente, poichè mentre vi starete ancora chiedendo se l'individuo davanti a voi vuole attaccare, probabilmente quello già avrà colpito duramente al viso, stendendovi.
L'impostazione, la tecnica, la calma, tutto ciò ha un valore ed un importanza fondamentale prima, e durante uno scontro, ma ciò che maggiormente conta è l'essere abituati ad esso, ed essere preparati all'idea di dover far male.
Bisogna assolutamente abituarsi all'idea che da un momento all'altro qualcuno ci avvicini minacciosamente ed in quel momento bisognerà avvertire veramente un fremito di paura.
Abituarsi alla paura sarà il modo migliore per controllare al meglio le reazioni fisiche che questa determina involontariamente; l'adrenalina, il tremore, l'incapacità di muoversi liberamente, tutte condizioni favorevoli al vostro avversario.
Nel momento in cui si è aggrediti si deve necessariamente diventare come l'aggressore, non dispiacersi di fargli del male, si deve assolutamente SALVARE LA PELLE, con tutti i mezzi a disposizione.
In quella circostanza è ovvio che un buon allenamento e la buona tecnica aiuterà, ma quello che più importa è la necessità di sviluppare una fredezza ed una determinazione da vero GUERRIERO.
Se la vostra religione lo richiede, sistemata la faccenda farete sempre in tempo se volete a pregare per voi...e per l'aggressore.Immagine tratta dal Film : "L'ultimo samurai".
Impariamo ad affermare :"REAGIRE AL MALE SENZA TEMERE DI FAR MALE".
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