Difesa personale - Il pugno



KARATE
 Nel Karate un pugno può essere considerato una tecnica ben eseguita solo se la sua efficacia ha origine da una posizione del corpo ben salda al terreno che permetta di sfruttare al meglio la reazione verso l'alto che si ottiene applicando una pressione al suolo, l'energia così prodotta attraversa tutto il corpo secondo un percorso determinato fino a sfociare sul punto d'impatto la prima tappa di questo cammino sono le anche: una tecnica può essere definitiva solo se la rotazione dei fianchi viene sfruttata completamente, tanto più rapida è la rotazione tanto più veloce risulta la tecnica finale. Il principio su cui si basa la rotazione è lo stesso della molla: più strettamente viene avvolta, maggiore è la forza che sprigiona quando viene rilasciata, ruotare le anche in direzione del bersaglio è come liberare una molla precedentemente avvolta, la velocità di esecuzione è di importanza fondamentale essendo, con il peso, elemento determinante della potenza totale ottenibile.

PUGILATO
Il pugilato è uno sport di combattimento occidentale che si basa unicamente sull'uso di pugni, principalmente 4. Il jeb ossia il pugno dritto con la mano avanzata. Il diretto, il pugno dritto con la mano retrocessa. Il gancio e il montante, pugno a salire dal basso, difficile ma micidiale. Questi 4 semplici ma efficaci pugni, portati ad una esecuzione tecnica e muscolare perfetta, fanno del pugile un pericolosissimo avversario. Forse il peggiore.
La guardia è solitamente destra, cioè con arretrato il braccio destro e avanzato il sinistro, questo per tenere il pugno più forte pronto a colpire "seriamente" mentre il braccio più debole avanzato fa azione di disturbo e serve per far aprire la guardia avversaria.



AlTRE TECNICHE
Per il pugno a un pollice occorre abilità nel fa jing per generare una tremenda quantità di forza d'impatto ad una distanza estremamente ravvicinata. Quando esegue il suo pugno a un pollice, il praticante è in piedi, con il suo pugno molto vicino al suo obiettivo (la distanza dipende dall'abilità del praticante; può variare da 0 a 15 cm circa). In un unico movimento esplosivo, le gambe si fissano, il giro vita ruota, le costole si espandono e il braccio si stende verso l'obiettivo. È importantissimo che tutto il corpo si muova all'unisono, altrimenti il potere sarà limitato. L'obiettivo in queste dimostrazioni varia, a volte è un praticante che ha un elenco telefonico sul petto, a volte tavole di legno che devono essere rotte


Tecnica del pugno diretto nel combattimento reale
Il combattimento reale è spesso molto vario, tanto che il suo esito è dipendente da un tale numero di fattori che persino lo studente più esperto non può che tralasciarne almeno qualcuno. Questi fattori dimenticati possono essere causa di sconfitta anche dei più forti combattenti in seguito ad uno scontro con un qualsiasi teppistello (un'espressione che mi piace molto in proposito e che descrive, a mio parere, molto bene la situazione "nessuno è invincibile"). Tuttavia c'è un fattore che proprio non può essere trascurato e che chiunque si accosti allo studio del combattimento reale a mani nude, per quanto possa deficere di attenzione e capacità di intuizione, non può non ritenere importante: si tratta della capacità, propria e dell'avversario (o avversari), di gestire lo scontro ad una distanza sufficientemente corta da potersi permettere di colpire con i pugni, cioè a distanza media, ravvicinata e corta1, dal momento che è a questa distanza che normalmente si articola il combattimento. Il pugno diretto, in particolare, è la tecnica di combattimento più utile, dal punto di vista tattico, a dominare l'avversario alla distanza media e ravvicinata. Ovviamente, però, come tutti i colpi di Arti marziali, per poter sortire il suo massimo effetto, deve essere sferrato rispettando dei parametri tecnici. Vediamo quali sono.
LA POSIZIONE DI PARTENZA DEL PUGNO DIRETTO:
Come per tutti i colpi, anche per il pugno diretto è necessario che l'esecuzione parta da una posizione idonea a garantirne velocità e potenza, quindi idonea a cogliere di sorpresa l'avversario e a fargli male (per impedirgli di fare male a sua volta). La posizione di partenza del pugno diretto deve essere così costruita: gli arti inferiori devono trovarsi in una discreta divaricata sagittale2 con le gambe appena flesse sulle cosce; il grado di divaricata frontale deve essere tale che quelle due linee rette immaginarie perpendicolari al suolo e passanti ciascuna per uno dei due punti più laterali del bacino passino anche ciascuna per un piede (idealmente la suddetta retta dovrebbe congiungersi con un'altra retta che divide il piede in una metà di sinistra e una di destra); l'angolo sotteso tra quella linea retta immaginaria che divide il piede posteriore in una metà sinistra e una metà destra e la retta congiungente il tallone dello stesso piede con la direzione in cui si trova l'avversario deve essere in valore numerico quanto più possibile vicino a 0°; lo stesso vale per il piede anteriore; il tronco deve essere tenuto in una posizione semifrontale in relazione alla dislocazione dell'avversario nello spazio; il capo deve orientarsi in una posizione tale che si riesca a tenere lo sguardo fisso sull'avversario (in effetti è necessario mantenere lo sguardo sull'avversario durante tutta l'esecuzione della tecnica). La posizione dell'arto superiore arretrato, ossia dell'arto superiore parallelo all'arto inferiore posteriore, deve essere tale che l'avambraccio sia flesso sul braccio; il pugno, chiuso ma non serrato con forza, si dispone anteriormente rispetto alla bocca. Per i principianti, può essere opportuno adottare una posizione leggermente differente che, sebbene non faciliti l'acquisizione della posizione di partenza, facilita certo l'apprendimento della tecnica del pugno diretto. Tale posizione deve essere così composta: l'avambraccio in flessione sul braccio; il pugno chiuso, ma non serrato con forza, deve trovarsi con le nocche delle dita prossime a toccare lo zigomo più vicino. Per quel che riguarda invece la posizione dell'arto superiore avanzato (in gergo, "il braccio guida"), deve disporsi in atteggiamento breve (ossia con l'avambraccio flesso sul braccio), con il pugno chiuso ma non serrato con forza, in modo tale che la mano si trovi esattamente dinanzi all'altra. Entrambe le spalle devono essere leggermente elevate. Entrambi i gomiti devono trovarsi aderenti al tronco.




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